Torte pasqualine
Antichissima è la preparazione delle torte di verdure in Liguria tanto che Ortensio Landi, letterato del XVI secolo, nel “Catalogo delli inventori delle cose che si mangiano et si bevano” cita le genovesi “torte pasqualinhe” note come “gattafure”, perché le gatte volentieri “le furano et vaghe ne sono”, ma anche lui ne era ghiotto tanto da scrivere: “a me piacquero più che all’orso il miele”.
Documentata la sua presenza sulle tavole genovesi a partire dal XVI secolo, rappresenta il clou del pranzo pasquale ed è l’apoteosi dell’abilità delle massaie che sapevano sovrapporre sino a 33 sfoglie in omaggio agli anni di Cristo. Se 33 sfoglie erano forse leggendarie c’era comunque chi sapeva realmente sovrapporne più di 20, creando quella meraviglia che Giovanni Ansaldo, caporedattore del Lavoro, nel 1930 descrisse dicendo: “beati coloro che nella loro infanzia hanno imparato a comprendere cos’è una torta pasqualina a 16, a 18, a 20, a 22 sfoglie, e fino a 24 sfoglie, come noi ne vedemmo, con questi occhi mortali;…”.
Un tempo sull’orlo, oexin, si incideva con il coltello l’anagramma di famiglia, non solo un vezzo ma una necessità, in questo modo si riconosceva la propria torta dalle altre cotte dal fornaio.
Le foto diTorte pasqualine
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