Compagnia teatrale Comico surrealista
Gruppo Mamunda Comico surrealista
Genere musicale:
Comico surrealistaLa nostra compagnia nasce a Genova nel 1996 ed è formata da artisti di varia estrazione provenienti da diverse realtà: teatro, cinema, danza, musica ecc. La nostra attività si divide tra la realizzazione di laboratori (di teatro, danza terapia e altro) e la produzione nel campo del teatro (per adulti e ragazzi) e del cinema digitale, in questo ambito abbiamo realizzato diversi cortometraggi. Il nostro genere è comico-surrealista ed i testi messi in scena sono sempre originali, scritti da membri della compagnia.
Sito internet:
//www.webalice.it/mamundaSpettacoli di Gruppo Mamunda pubblicati sull'Angolo Ligure
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Personaggi: Una ragazza, il guardiano del museo
Sala di un museo. Sul muro ci sono sei quadri d'arte contemporanea di soggetto astratto. Di fronte ai quadri ci sono due sedie. La luce non è molto intensa. Dopo alcuni secondi entra una giovane ragazza con il walkman e le cuffie sulle orecchie. Ha un abbigliamento da giovane studentessa eccentrica. Guarda i quadri con poco interesse e poi esce. Dopo pochi secondi entra in scena il guardiano con un'espressione molto seria, controlla la sala, osserva attentamente i quadri, nota la luce troppo bassa ed esce. La luce si alza e la stanza è completamente illuminata. Rientra il guardiano per verificare la luce, da un'ultima occhiata veloce ai quadri ed esce. Ritorna in scena la ragazza annoiata come prima, sembra si sia persa nel museo, si guarda un po' in giro e poi si siede. Ascolta sempre il walkman e canticchia. Rientra il guardiano, la guarda con diffidenza ed esce, lei gli fa un gesto osceno alle spalle. Dopo alcuni secondi la ragazza si gira sulla sedia e osserva i sei quadri appesi. Lentamente si alza per esaminarli attentamente uno per uno, alla fine le viene un'idea brillante: prende lo zaino, che aveva lasciato sulla sedia, e tira fuori delle matite e alcuni evidenziatori fluorescenti. Con estrema noncuranza inizia a disegnare particolari sui quadri ballando a ritmo di musica. Fa diversi cambiamenti sui primi cinque, poi si ferma a pensare sull'ultimo, indecisa sul da farsi. Rientra il guardiano senza notare i quadri, i due si scambiano dei sorrisi. Il guardiano esce per un attimo ma rientra immediatamente in scena con un'aria terrorizzata.
GUARDIANO: Oh madonna! No! (urla disperato) Che hai fatto, disgraziata!?! (La ragazza non sente, continua ad ascoltare il walkman e a canticchiare, intanto si dirige sull'ultima tela. Il guardiano con un salto la afferra violentemente e la trascina lontano dai quadri per un braccio, verso il centro del palco) Sei impazzita?! Fermati, … fermati, assassina!
RAGAZZA: Ehi che fa? Mi tolga le mani di dosso! Mi sta rompendo il braccio!
GUARDIANO: Ti dovrei rompere il collo, delinquente! Guarda che hai fatto!
RAGAZZA: Cosa? Non sento!
GUARDIANO: Questi aggeggi maledetti! (le strappa le cuffie dalla testa) Come hai fatto a staccare l'allarme?
RAGAZZA: Quale allarme?
GUARDIANO: (urla) Quello di sicurezza, assassina!
RAGAZZA: Ma come si permette? Io non ho toccato nulla!
GUARDIANO: Ah no? E questi chi li ha toccati?! (indica i quadri)
RAGAZZA: Quelli sono opera mia, ma io parlavo dell'allarme.
GUARDIANO: (con un urlo di dolore) Assassina! Assassina!
RAGAZZA: Assassina? Ma non conosce altre parole?
GUARDIANO: Sì che le conosco, ma siccome sono un gentiluomo non le dico! Che disastro… hai distrutto tutto! "San Settimino" di Bertamani, "Carnevale d'inferno" di Schienderhoff, "Il Bosco Rotondo" di Du Mar, "Avana Nudo" di Perez, "Le Candele Blu" di Van Der Moor… e anche "La Nebbia di Catania" di Pasconi, il mio preferito! Ma perché l'hai fatto?! Perché?
RAGAZZA: E si calmi! Sembra mio padre quando gli giro canale durante la partita!
GUARDIANO: Brutta disgraziata che non sei altro! Come puoi paragonare questi capolavori con la partita? Ma ti rendi conto che hai rovinato i sei quadri più importanti del museo?
RAGAZZA: E cosa sono, i murales del Vaticano? Anche la mia prof di arte dice che erano rumenta. Tutte opere appartenenti al periodo peggiore degli artisti, quello più squallido, quando avevano ormai esaurito la vena.
GUARDIANO: Ma che stai dicendo?
RAGAZZA: Scusi tanto, questa stanza del museo non si chiama forse "Il declino"?
GUARDIANO: Sì ma questo non c'entra col …
RAGAZZA: E questi sei quadri non sono stati dipinti tutti su commissione per pochi soldi durante gli ultimi anni di vita degli artisti?
GUARDIANO: Sì, ma non significa che...
RAGAZZA: E non è vero che in tutti i casi gli autori si sputtanarono quei quattro soldi in droga, sesso, alcool e perfino in sigari cubani?
GUARDIANO: Sì, anche questo è vero, ma ciò non ti da nessun diritto di saccheggiare i musei.
RAGAZZA: Ehi capo, piano con le parole! Io non ho saccheggiato niente. Ho soltanto espresso il mio punto di vista su questi quadri, gli ho dato un aspetto più naturale. Io ci ho messo il cuore nella mia opera, non ho fatto tutto questo per due lire come hanno fatto loro. Vede, secondo la mia prof un vero artista non deve mai essere un mercenario, soprattutto non deve svendere la sua opera per pagare i vizi di questa società corrotta. L'artista deve creare gratuitamente, deve usare il suo cuore come uno spirito guida, deve fare insomma quello che ho fatto io! Mi dispiace solo che non ho portato gli acquerelli, con quelli riesco a esprimermi molto meglio!
GUARDIANO: Sì, d'accordo, è molto bello quello che dici, ma sono sicuro che la tua professoressa non t'ha mai consigliato di andare nei musei a ripitturare le opere che trovi brutte o decadenti! Magari per te questa è rumenta, o meglio "era", visto quello che hai combinato. Però ci sono persone che consideravano questi quadri come grandi capolavori del '900!
RAGAZZA: Grandi capolavori del '900? Quella roba là? Adesso stiamo esagerando alla grande!
GUARDIANO: Ah sì? Lo sai quanti visitatori passano di qui ogni anno per vedere queste sei opere? Migliaia!
RAGAZZA: Addirittura migliaia?
GUARDIANO: Sì, migliaia! Li vedo passare tutti i giorni coi miei occhi. Se non ci credi ti faccio vedere i registri.
RAGAZZA: Ok, sono visitatori che passano di qui, ma dei quadri non gliene frega niente.
GUARDIANO: E allora che ci vengono a fare? A sgranchirsi le gambe?
RAGAZZA: No! Ci vengono perché questo è un passaggio obbligato per andare alla mostra di sopra, quella degli strumenti di tortura medioevali del secondo piano.
GUARDIANO: Non mi parlare della mostra di sopra per favore. Mi fa impressione, lo ha detto anche il dottore che non ci devo pensare, soffro di cuore.
RAGAZZA: E invece la gente ci va e ci si diverte vero? Lo vede quanti degenerati che passano da questa stanza? Ha capito adesso perché nessuno ha mai avuto da ridire su queste opere? Lo ammetta, quanti di loro degnano i sei "capolavori" di uno sguardo?
GUARDIANO: Beh...in effetti non molti, però...
RAGAZZA: Però la sala di sopra è sempre piena. Creda a me, si tratta di depravati, non hanno nessuna competenza nel campo dell'arte. Secondo la mia teoria vengono qui per il gusto del sangue e delle torture, vorrebbero tanto vederne una dal vivo ma la società contemporanea glielo impedisce. Così gli ipocriti devono accontentarsi di sognare squartamenti e vivisezioni attraverso gli strumenti medioevali. E lei si scandalizza di me che, viceversa, ho corretto le degenerazioni di sei artisti avviati al declino?
GUARDIANO: Ok ragazzina, basta con questi discorsi! Adesso le tue teorie le vai a spiegare ai carabinieri non a me! (la prende per un braccio, lei gli abbassa le mani)
RAGAZZA: Adesso che fa? Non mi dirà che sotto sotto anche lei è un amante delle torture!
GUARDIANO: Io non sono niente! Sono solo un guardiano, e il mio dovere è quello di proteggere questi quadri così come sono.
RAGAZZA: Un momento… ma, secondo lei, i quadri corretti da me, sono tanto malfatti?
GUARDIANO: Non ha importanza se sono malfatti o benfatti! Tu non avevi il diritto di toccarli e basta! Ma scherziamo? Adesso uno si mette a fare quello che gli pare? Che ti credi? Anch'io non ho mai sopportato la linea della Fiat Punto, però non vado all'autosalone col martello e la sega elettrica per ridisegnarla a modo mio.
RAGAZZA: Uffa, ma che c'entra ora la Fiat Punto? Stiamo parlando d'arte!
GUARDIANO: Arte o non arte, che differenza fa? Ormai il danno è fatto! Tu l’arte l’hai offesa a morte! Ti rendi almeno conto di quante personalità nel mondo della cultura si sentiranno oltraggiate dal tuo atto di vandalismo?
RAGAZZA: Ma perché dovrebbero sentirsi oltraggiate? Se non erano oltraggiose prima queste sei opere, non lo saranno neanche adesso che ho fatto i miei adattamenti. Caso mai sono io che dovrei sentirmi oltraggiata per come viene trattata la mia arte.
GUARDIANO: E a tutti i giovani della tua età non ci pensi? Capisci che nella loro vita non potranno mai vedere queste opere nella loro versione originale?!
RAGAZZA: Sai che si perdono!
GUARDIANO: Tu non sei solo una teppista senza scrupoli, sei anche una grande egoista nei confronti della tua generazione.
RAGAZZA: Teppista, egoista! I miei coetanei dovrebbero considerarmi un eroe invece, forse una martire!
GUARDIANO: E perché?
RAGAZZA: Perché ho dato un minimo di senso a questi quadri confusionari! Ce ne fossero di tipi come me in giro!
GUARDIANO: Sì, ecco! Così dopo una settimana tutta l'arte del mondo diventa come i graffiti dei treni: facce strane, cuoricini, enormi organi sessuali, parolacce.
RAGAZZA: No, le oscenità non mi piacciono, sono contraria! Le trovo profondamente immature!
GUARDIANO: Ah meno male! Allora ci limitiamo a "correggere le opere", come dici tu: facciamo un bel paio di baffi alla Gioconda!
RAGAZZA: La Gioconda? Ma sia obiettivo, vuole paragonare Leonardo a questi sei disgraziati?
GUARDIANO: Disgraziati? Ma come ti permetti? Qui il disgraziato sono io, e anche tutte le persone che venivao in questa sala per vedere i sei quadri che tu hai assassinato!
RAGAZZA: E' proprio questo che vorrei capire: che tipo di persona viene in una stanza di museo intitolata "Il declino". Ci possono venire giusto i disperati, i depressi, quelli che hanno deciso di suicidarsi il giorno dopo! Non mi dirà che a lei piacciono queste opere, no?
GUARDIANO: Il mio giudizio non ha importanza. Io sono qui soltanto per…
RAGAZZA: Su, mi dica la verità! Lei non mi sembra una persona sull'orlo del suicidio. Sia sincero, cosa pensa di questa roba?
GUARDIANO: Ok, va bene… hai ragione, è tutta una schifezza a parte "La Nebbia di Catania", quello mi piace! Ma questo non vuol dire che non ti arresteranno comunque per vandalismo.
RAGAZZA: Devo dire che sono d'accordo con lei. "La nebbia di Catania" non è così orrendo come gli altri. Però se guarda bene, anche a lui manca qualcosa. Secondo me non è neanche finito. Se conosce la storia dell'arte, dovrebbe sapere che Pasconi ha lasciato incompiute metà delle sue opere. Perché era…
GUARDIANO: Sì, perché sniffava la coca e non si ricordava mai se il quadro era finito o no! Bimba, non mi devi insegnare la storia. Io modestamente ne so un po' più di te, non fosse altro che per l'età. Mi sono laureato a Bologna in arte moderna e devi sapere che, in certe isole del pacifico sono conosciuto e considerato un artista, e anche un artista di talento. (con orgoglio) Sono senz'altro meglio di questi disperati (indica i quadri), poco ma sicuro! Lavoro qui perché non ho trovato altro e devo pur pagare le bollette, soprattutto con due ex-mogli da mantenere.
RAGAZZA: Lo sapevo che era un artista, lei ce l'ha l'aura dell'artista… si vede perfino, è come una corona di luce che brilla intorno alla sua testa.
GUARDIANO: Lo sai che mi dicono tutti così?
RAGAZZA: …e poi ho anche notato che ha una mano tinta di colore. Tipico segno del vero artista!
GUARDIANO: (si compiace ed inizia a rilassarsi) Giacché siamo nel discorso, ti voglio dire un'altra cosa: in origine Pasconi aveva intitolato quest'opera "Primavera a Catania" ma dato che è tutto grigio e sfuocato i critici gli hanno cambiato titolo.
RAGAZZA: Caso mai era più logico "La Nebbia di Milano". Scusi, secondo lei a Catania c'è la nebbia così?
GUARDIANO: Beh, qualche volta la nebbia c'è ma non credo sia mai così fitta. Vedi se avesse messo un po' più di blu lassù in alto e magari un pochino di giallo qui… ma cosa stiamo dicendo?!
RAGAZZA: Stiamo dicendo la verità.
GUARDIANO: E con quale diritto? Questa è arte, chi siamo noi per giudicarla?
RAGAZZA: Siamo persone di una certa competenza, e sicuramente più serie di Pasconi e soci. Ci pensi! Quando dipinse 'sto coso era sicuramente fatto di coca e chissà cosa gli frullava nella testa.
GUARDIANO: Infatti dipingeva sempre sotto l'effetto di qualcosa. Dicono tutti che per tirare fuori la creatività bisogna essere pazzi o drogati, ma io non sono d'accordo.
RAGAZZA: Neanch'io, pensi che sono contraria perfino all'aspirina. Per produrre arte degna di questo nome occorre essere lucidi.
GUARDIANO: Giusto! Ben detto!
RAGAZZA: Lo sa che prima, quando mi ha fermato, avevo avuto la stessa idea? Volevo mettere un po' di blu con questa biro, lassù in alto a destra, e poi avrei fatto delle strisce arancioni con l'evidenziatore fluorescente.
GUARDIANO: Arancioni? Ma sei pazza?
RAGAZZA: Sì, per dare più luce.
GUARDIANO: (quasi sottovoce) Ci vuole il giallo.
RAGAZZA: Lo so ma l'evidenziatore giallo non ce l'ho! Ce l'ho solo arancione, viola e verde!
GUARDIANO: Piuttosto allora usa il verde.
RAGAZZA: (va verso il quadro con l'evidenziatore verde) Dove? Qui in basso?
GUARDIANO: No! Più sopra.
RAGAZZA: Ma pensavo di fare l'effetto prato.
GUARDIANO: Guarda, ti faccio vedere. (Le prende di mano l'evidenziatore, lei gli da anche degli altri pennarelli, lui inizia a dipingere sulla tela) Vedi? Il verde va qui, su questo… boh, credo sia una collina. Ecco... molto meglio… da più profondità all'insieme e rende anche più l'idea della primavera siciliana… che ne dici?
RAGAZZA: (Affascinata) Incredibile! Sono bastati due tratti per creare un'immagine completamente diversa.
GUARDIANO: Te lo avevo detto che sono un artista.
RAGAZZA: Prenda anche la biro nera e questo pennarello rosso, purtroppo non ho altro. Secondo me andrebbero ridisegnati quegli alberi sulla sinistra vicino ai palazzi.
GUARDIANO: Alberi? Ummm, credevo che fosse un uomo sull'asino… è vero... hai ragione sono alberi. Comunque sia in questa zona ci vuole il viola… (continua a parlare correggendo di tanto in tanto il disegno) Capisci? Questa arte contemporanea postdeclinante non deve rappresentare oggetti visibili, quel che conta è la disposizione del colore al di là dell'oggetto rappresentato....
VOCE FUORI SCENA: Katia? Dove sei?
RAGAZZA: Ah sono qui prof. Venga!
VOCE FUORI SCENA: Non abbiamo più tempo, sbrigati, il pullman parte fra cinque minuti! Dobbiamo ancora andare al Palazzo Ducale per vedere la mostra di Van Dycke.
RAGAZZA: Van Dycke? (entusiasta) Arrivo! (al guardiano) Scusi signore, io dovrei andare, tenga pure i pennarelli, tanto sono vecchi…(esce)
GUARDIANO: ...la forma nella sua astrattezza si pone all'esterno dell'universo cromatico, la figura perde ogni connessione con la realtà oggettiva trasfigurata dall'autore...
Il guardiano continua a dipingere e a parlottare, è completamente preso dal suo lavoro al punto di non accorgersi più né della ragazza che esce, né dell'allarme che inizia a suonare. Continua a disegnare tranquillamente sulla tela e a parlare da solo.
Sipario.
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